La liturgia di questa ultima Domenica di Quaresima ci conduce a Betania, nella casa degli amici di Gesù: Marta, Maria e Lazzaro.
Anche noi, in qualche modo, siamo cittadini di Betania, che significa “la casa del povero”; siamo noi che in queste settimane abbiamo fatto i conti con le nostre fragilità, le nostre sicurezze, la nostra cecità.
Ed è qui, a Betania, che scopriamo un Gesù sempre più umano. Lo vediamo fremere, piangere, commuoversi.
Quando ama, l’uomo compie gesti divini; quando ama, Dio lo fa con gesti molto umani.
A Betania scopriamo che non è la vita che vince la morte, ma è l’amore!
È per amore, sempre e solo per amore, che la vita può rinascere da tutte le situazioni di morte.
Quante volte sei morto, ti sei arreso, sei caduto, non ti ha interessato più niente e poi…un seme ha cominciato a germogliare, una pietra si è smossa, è entrato un raggio di sole, un amico ha spezzato il
silenzio, e ciò è accaduto per segrete, misteriose, sconvolgenti ragioni d’amore, di un Dio innamorato di te!