“OSANNA AL FIGLIO DI DAVIDE!”

a cura di Don Adriano Arcadio

Osanna al Figlio di Davide!”. Con questa acclamazione Gesù viene accolto dalla folla festante nel suo ingresso a Gerusalemme.

Questo grido è una richiesta di salvezza e di gioia e ci interroga: sappiamo riconoscere in Gesù che viene cavalcando un’asina il Messia, l’unto, l’inviato da parte di Dio?

Il Figlio di Dio ci trasmette la sua vita attraverso le opere che egli compie, soprattutto in questa settimana, la più importante per tutti i cristiani.

Dobbiamo fin dall’inizio porre attenzione ai gesti che Gesù opera: è il re di tutti, ma siede sul dorso di un asino; è chiamato Maestro e Signore e si cinge un asciugamano alla vita e lava i piedi ai suoi; è la persona più importante del mondo eppure porge la sua faccia agli insulti e agli sputi e il suo dorso alle flagellate.

L’esperienza di Gesù di questi giorni ci indica quale direzione dobbiamo dare al nostro vissuto di fede: la Settimana Santa non è solo l’insieme di riti esteriori che piamente viviamo, ma la possibilità seria di cambiare profondamente la nostra vita seguendo l’esempio di Gesù, che si fa vicino a noi.

Solo allora, comprendendo questa vicinanza di Gesù alla nostra vita, così com’è, anche nelle sue contraddizioni e difficoltà, potremo cantare il nostro Osanna, non per accogliere semplicemente un leader che ci fa stare bene in maniera momentanea, ma per accogliere il nostro Signore e Salvatore, che ha deciso di abitare le nostre vite.

Sì, perché Gesù che entra a Gerusalemme significa che sta entrando nella vita di ognuno, perché sta donando la sua vita in riscatto per la nostra.

Lasciarsi abbracciare da questo amore è la cosa più bella che ci può accadere in questo tempo santo.