Rimanere… è la parte migliore

articolo 2 Entusiasmo, gioia, meteo incerto, voglia di incontrarsi, stare in famiglia, pregare, stare, rimanere. Rimanere lì, ai piedi di Gesù Maestro, per abbeverarci, ricaricarci. Per poi andare e gioire! Con questo spirito domenica scorsa, 1 giugno, circa centottanta giovani e giovanissimi di Azione Cattolica si sono riuniti in spiaggia a Saturo (Leporano) per il consueto momento di preghiera e di festa a conclusione dell’anno associativo. L’equipe diocesana del settore giovani non si aspettava un numero così alto, date anche le avverse condizioni metereologiche. Un’importante novità di quest’anno è stata la presenza di don Francesco
Maranò, don Graziano Lupoli e don Andrea Mortato (che ha anche guidato il momento di preghiera) che si sono resi disponibili per le confessioni così in molti, tra giovani e passanti che erano lì per caso, hanno approfittato per accostarsi al sacramento della riconciliazione. Tutta grazia! L’equipe giovani ha voluto proporre come tema dell’incontro il “rimanere”, prendendo spunto dal primo dei tre verbi che papa Francesco ha consegnato all’Azione Cattolica lo scorso 3 maggio durante l’incontro con i delegati all’assemblea nazionale e i foto articolo 1presidenti parrocchiali di tutta Italia, dando dunque alla serata il titolo “Rimanere… è la parte migliore”. Per la preghiera sono stati proposti testi di Carlo Carretto, di Benedetto XVI, e il brano del Vangelo di Luca su Marta e Maria. Il tempo presente ci porta a pensare che “rimanere” è difficile, quasi impossibile perché tutto va veloce, c’è fretta, si pretende di poter fare tutto da soli e in velocità. Ma il Vangelo, presentandoci le figure di Marta e Maria dice che azione e contemplazione sono inscindibili, o, per dirla con Carlo Carretto: “Ti dirò subito un’altra cosa che è molto importante per chi, come te, è molto occupato e dice che non ha tempo per pregare. Considera la realtà in cui vivi, l’impegno, il lavoro, le relazioni, le adunanze, le camminate, le spese da fare, il giornale da leggere, i figli da ascoltare, come un tutt’uno da cui non puoi staccarti, a cui devi pensare. Dirò di più: un tutt’uno attraverso il quale Dio ti parla e ti conduce”. La veglia dunque ha portato a soffermarsi sul verbo “rimanere” visto in tre aspetti differenti, ma profondamente uniti tra di essi: rimanere nel creato, nel suo rispetto; nelle relazioni; con Gesù, il Maestro. Il momento di preghiera poi si è concluso con un gesto molto significativo: i quasi duecento giovani si sono legati ad un’àncora, segno di Cristo; ci si è ritrovati tutti legati a Lui, ma a distanze differenti, proprio per richiamare la diversità e l’originalità con cui ognuno vive la sua relazione col Maestro. Significativa anche la confusione creatasi, tanti giovani tutti vicini, così come nel cammino di Chiesa. Ognuno ha il proprio percorso, ma non è mai solo e può sempre contare sul supporto di chi come lui è in cammino con e verso Cristo. Dopo la preghiera c’è stato un momento di festa, con bevande e musica, in semplicità, anche questo un piccolo segno che ci ricorda che il divertimento è assicurato nonostante l’assenza di alcolici o di un vestito perfetto. Se papa Francesco e mons. Santoro auspicano una Chiesa in uscita, i giovani di Ac della diocesi, con questa iniziativa così semplice, hanno dato prova ancora una volta di esserne capaci, pur consapevoli che è un cammino che va continuato e approfondito. Significativo un sms ricevuto dagli organizzatori al termine della serata da parte di un caro amico sacerdote: “La vocazione ha avuto inizio sulle rive di un mare… CUSTODITE IL VOSTRO ENTUSIASMO, non permettete a nessuno di spegnerlo!”.
Non lo permetteremo!

Luca Micelli Consigliere diocesano di Azione cattolica per il Settore Giovani