Gli scout di Taranto a Roma, in 800 provenienti dalla nostra città

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Sono partiti nella notte gli 800 scout di Taranto che, il 13 giugno, hanno fatto parte del grande incontro dell’Agesci, Associazione guide e scout cattolici italiani, con Papa Francesco.
Direzione Piazza San Pietro. L’impressione di quanti fossero aumentava ora dopo ora e stazione di servizio dopo stazione di servizio. L’autostrada sembrava aver unito il viaggio degli autobus di chi da sud andava verso Roma. Nulla in confronto alla marea di camicie azzurre che affollavano la Piazza. Una marea che non lasciava dubbi. Erano in 100mila!
«Vi ringrazio di essere venuti così numerosi da tutte le regioni d’Italia a formare questa festosa presenza in Piazza San Pietro» ha esordito il Papa. «Vi dirò una cosa, ma non vantatevi, voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia. Grazie!» ha continuato il Santo Padre: «Forse i più piccoli tra voi non se ne rendono bene conto, ma i più grandi spero di sì! In particolare, voi offrite un contributo importante alle famiglie per la loro missione educativa verso i fanciulli, i ragazzi e i giovani. I genitori ve li affidano perché sono convinti della bontà e saggezza del metodo scout, basato sui grandi valori umani, sul contatto con la natura, sulla religiosità e la fede in Dio; un metodo che educa alla libertà nella responsabilità. Questa fiducia delle famiglie non va delusa! E anche quella della Chiesa: vi auguro di sentirvi sempre parte della grande Comunità cristiana».
Un discorso che ha riempito i cuori degli scout che erano lì, soprattutto quando il Papa Francesco ha ricordato che per il fondatore del movimento, Lord Robert Baden Powell, la religione era parte integrante del metodo. «Non c’è un lato religioso del Movimento scout e un lato non. L’insieme di esso è basato sulla religione, cioè sulla presa di coscienza di Dio e sul suo Servizio» ha detto il Papa citando Baden Powell, incitando esploratori e guide, rover e scolte, ma soprattutto i capi a formarsi e a studiare la Bibbia, anche con metodi nuovi, «mettendo al centro la narrazione della vita vissuta a confronto con il Messaggio del Vangelo. Mi congratulo con voi per queste buone iniziative, e mi auguro che non si tratti di momenti sporadici, ma che si inseriscano in un progetto di formazione continua e capillare, che penetri fino in fondo nel tessuto associativo, rendendolo permeabile al Vangelo e facilitando il cambiamento di vita».
Francesco ha poi sottolineato la capacità dell’Agesci di apportare nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società. «Mi raccomando-ha evidenziato il Papa- capacità di dialogo! Fare ponti, fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri. Voi fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti. Ma questo può avvenire solo a una condizione: che i singoli gruppi non perdano il contatto con la parrocchia».
Un viaggio così lungo, per incontro che è sembrato tanto corto, ma che nei cuori di tutti quei ragazzi e ragazzi con la camicia azzurra e il fazzoletto al collo, resterà vivido per molto tempo.

Valentina Castellaneta