Lunedì 31 marzo c.a. nella Parrocchia Madonna delle Grazie di Grottaglie alle ore 20:00, in preparazione alla Giornata diocesana per i giovani, secondo le disposizioni dell’Arcivescovo Mons. Filippo Santoro, i giovani della Vicaria Grottaglie-Montemesola hanno vissuto, insieme agli adulti presenti delle diverse comunità parrocchiali, un intenso momento di preghiera, alla presenza di Gesù Eucaristia.
L’Adorazione Eucaristica e le meditazioni sono state guidate dal Vicario foraneo don Pasquale La Porta, coadiuvato da don Luciano Matichecchia, che invece, ha coordinato i diversi momenti della celebrazione. Il coro, diretto dal Prof. Cosimo Annicchiarico, ha mirabilmente accompagnato i partecipanti a vivere intensamente tutto il momento di preghiera.
Hanno inoltre partecipato tutti i viceparroci della vicaria insieme a quasi tutti i parroci, che si sono messi a disposizione, partecipando a diverso titolo, confessando o aiutando i giovani a vivere più intensamente le diverse fasi dell’Adorazione. A questo momento di preghiera ha partecipato anche il responsabile diocesano della pastorale giovanile don Francesco Maranò, figlio della Comunità Madonna delle Grazie, che è stato accolto con tanta gioia.
La risposta dei ragazzi è stata generosa e la qualità della partecipazione alta. Da Montemesola è giunto un pullman intero di giovani, che ha permesso finalmente alla Vicaria di essere unita e di vivere insieme una così bella esperienza.
Il momento di preghiera ha preso avvio con la meditazione delle parole di Papa Francesco, pronunciate in occasione della XXIX Giornata Mondiale della Gioventù, che invitano a non tenere per sé la ricchezza della proposta cristiana, ma a condividerla con gli altri fino alle periferie geografiche ed esistenziali del nostro tempo.
Dopo l’invocazione rivolta allo Spirito Santo, il celebrante ha letto il brano delle Beatitudini, che è stato, poi, oggetto di meditazione profonda nelle sue diverse declinazioni; contemporaneamente si è data la possibilità a tutti di potersi riconciliare col Signore attraverso il Sacramento della Confessione. Ad ogni Beatitudine pregata e meditata, seguiva l’accensione di un cero che veniva portato e deposto ai piedi dell’altare da un giovane e dalla Santa Eucaristia si proiettava idealmente un raggio di luce, rappresentato da un nastro colorato, che veniva srotolato e tirato in direzione dell’assemblea; tutto ciò sulle note di un canone che intervallava i diversi momenti meditativi.
Il coro ha avuto un ruolo determinante: ha permesso ,infatti, a tutti di elevarsi dalla propria condizione terrena per raggiungere una dimensione ascetica-spirituale, per contemplare in pienezza il mistero della presenza di Cristo lì tra tutti i presenti. Il canto finale, invece, ha ricondotto tutti piacevolmente alla realtà e ha offerto la possibilità di salutarsi con gioia, invitando tutti a riscoprire la propria vocazione missionaria nell’offrire l’abbraccio di Dio al mondo intero.
Angela Dinatale