Su invito del nostro Arcivescovo Mons. Filippo Santoro, quello di comunicare con gioia la bellezza di un Dio che ama e che è presente, agisce anche e soprattutto fuori dalle quattro mura della Chiesa – come suggerisce continuamente anche Papa Francesco -, la Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Taranto, guidata da don Francesco Maranò ha dato a tanti giovani l’opportunità di vivere un’esperienza missionaria di evangelizzazione lungo le spiagge della litoranea tarantina.
Dal 27 al 31 luglio, un centinaio di ragazzi provenienti da diverse realtà associative della nostra diocesi si sono messi in gioco con grinta ed esplosiva energia nel tentativo di raccontare con semplicità la gioia di essere cristiani felici, custodi dell’unico tesoro che vale davvero, Gesù Cristo. L’eterogeneità di partenza, dovuta alle diverse realtà di provenienza, ha dato vita ad una comunione fraterna senza precedenti, che si è rivelata la più grande ricchezza e punto di forza della missione.
“Alla ricerca della perla preziosa” è il titolo dato alla missione che, richiamando i versetti del Vangelo di Matteo (13,44-46), racconta il cuore e l’essenza del messaggio che abbiamo cercato di testimoniare: ogni uomo ha nel cuore un profondo desiderio di felicità, il tesoro prezioso per cui vale la pena giocarsi la vita.
Non è semplice scorgere dove la perla preziosa si nasconde, ci vogliono persone giuste che aiutino a scovarla ed è necessario anche un tempo congruo. La perla infatti è un oggetto prezioso che si forma dalla secrezione e dalla stratificazione della madreperla, in combinazione con altri minerali; il risultato è che, dopo anni di attesa, la perla che nasce ha la forma ingrandita del frammento iniziale. Il valore delle perle poi si distingue dalla forma e soprattutto dal cosiddetto lustro, cioè la luce che essa riesce a riflettere.
La perla nella vita di una persona è l’agglomerato dei momenti vissuti, dei volti incontrati, delle emozioni e dei sentimenti provati che rivelano nel tempo la preziosità di quella vita, il suo perché, il suo senso e lo fanno attraverso quella lucentezza e quella morbida luminosità che nessun’altra pietra possiede. Quando il cuore ha l’opportunità di fare questa scoperta, non può che scommettere tutto su quella luce, imparando con coraggio e con una sana astuzia a distinguere ciò che brilla da ciò che luccica, la ‘falsa bigiotteria’ che scolorisce, perde lo smalto e non dà vita.
La missione è stata preceduta diversi mesi prima da alcuni incontri di formazione e di conoscenza che hanno contribuito fortemente alla compattezza del gruppo dei giovani i quali, a partire dal 27 Luglio, ogni giorno, hanno ‘invaso’ una spiaggia diversa con le loro maglie arancioni e la loro musica, spostandosi tra Porto Pirrone, Saturo, Le Canne, Il Gabbiano, Montedarena, Marina Piccola, Onda Blu e Torre Ovo. Il tutto cominciava nel nome del Signore, con la preghiera delle lodi mattutine e alcuni canti; seguiva poi una breve presentazione dell’iniziativa e un coinvolgente momento di divertimento condito da balli di gruppo e vari giochi d’acqua. Era bello vedere la spiaggia colorata d’arancione, un colore che trasmetteva gioia, solarità e fraternità, tutte realtà in cui Dio si manifesta in modo privilegiato. Il culmine della missione era il momento dell’evangelizzazione che consisteva nel recarsi presso gli ombrelloni per incontrare la gente, confrontandosi, trasmettendo con semplicità il motivo dello stare insieme e invitando ciascuno a partecipare, con assoluta libertà, ai momenti di preghiera organizzati nelle serate dalle varie realtà associative (rispettivamente Azione Cattolica diocesana, Scout, Comunione e Liberazione, Comunità “Gesù Ama”), e soprattutto alla celebrazione e festa finale presieduta dal nostro Arcivescovo nella località di Torre Ovo.
Ciò che ci ha stupito e meravigliato è la libera ed entusiasmante accoglienza della gente, nonché la sua apertura al dialogo. C’è chi ha preferito osservare in disparte e chi invece ha scelto di mettersi in gioco in maniera diretta con noi. In tanti, cattolici e non, hanno condiviso le loro storie personali, riposto fiducia nelle nostre parole, consentendo così uno scambio di esperienze di vita.
Se, da un lato, siamo stati noi giovani i protagonisti diretti della missione, dall’altro il lavoro e la passione silenziosi e gratuiti di tante persone ne hanno reso possibile la buona riuscita. Una grande macchina della solidarietà fatta di sacerdoti, suore e laici premurosi si è messa in azione perché tutto ciò potesse avere vita.
Al termine di questa prima edizione della ‘Missione Giovani’, abbiamo maturato l’esigenza di non lasciare che la missione si fermi tra le spiagge ma di continuarla nel quotidiano della nostra vita, ascoltando la voce dello Spirito che ci chiama alla presenza e all’azione, ad una sequela integrale, per il bene e la crescita della Chiesa.
Su questa scia ci prepariamo per il pellegrinaggio diocesano presieduto dal nostro Arcivescovo che si terrà a San Giovanni Rotondo il 12-13 settembre, che suole dare inizio all’anno pastorale e per gli incontri preparativi alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù “Cracovia 2016”.
Il Signore Gesù ci chiede di essere membra attive della chiesa a cominciare dalle realtà parrocchiali d’origine per finire in quella diocesana e nei luoghi che più frequentiamo: dappertutto deve irradiare la luce della nostra perla preziosa!
Daniela Schiavone