Il seminario:tempo di famiglia, tempo di crescita, tempo di umanità

La giornata dell’8 dicembre permette di rilanciare all’interno della nostra vita diocesana la realtà del nostro Seminario Arcivescovile.

Oltre ad essere un luogo fisico, il seminario è un tempo! È il tempo dell’ascolto e delle scelte, tempo di condivisione e anche di intimità con il Signore. La realtà del Seminario minore, poi, è un luogo ed è un tempo che profuma di famiglia. Durante i primi anni dell’adolescenza – il seminario minore accoglie i ragazzi di scuola media e superiore – non è facile allontanarsi dalla propria casa, inserirsi in un cammino di condivisione, fatto di ritmi necessari per il buon andamento della vita comune. Ma, d’altro canto, non si può immaginare la realtà del Seminario arcivescovile come un luogo asettico. Senza sostituirsi al ruolo della famiglia, il Seminario si propone come uno strumento ulteriore che possa far fiorire l’umanità dei ragazzi che sono in cammino e accompagnare i timidi germogli di un eccomi custodito nel loro cuore. Di quale eccomi si tratta? il primo passo è comprendere che siamo chiamati all’eccomi della vita, scoprire la bellezza di vivere come veri protagonisti, con autenticità, col desiderio di mettersi in gioco sul serio; l’eccomi come risposta a un Dio che ci ama per primo e ci chiama a rispondere al suo amore che ci precede! Il seminario, allora, è un tempo, un luogo ma è soprattutto un’esperienza! Un’esperienza di vita condivisa, di famiglia, di fede.

Il nostro Seminario Arcivescovile quest’anno ha la grazia di accogliere sei ragazzi: Antonio Caltagirone e Mirko Danese della Parrocchia Maria Ss.ma Addolorata in Taranto, Francesco Pignatale della Parrocchia Corpus Domini al Quartiere Paolo VI, Antonio Costantini della Parrocchia S. Maria della Croce in Montemesola, Giacomo Signorino della Comunità parrocchiale del Sacro Cuore di Taranto e Antonio Greco della Parrocchia S. Teresa in Taranto. Con loro abbiamo la possibilità di sentirci fratelli maggiori, in cammino con loro sulla strada della felicità. Rilevante è anche il contributo del padre spirituale don Lucangelo De Cantis che non fa mai mancare la sua presenza e consente ai ragazzi di coltivare la vita spirituale.

Il tema formativo che quest’anno stiamo affrontando è: come potrei capire se nessuno mi guida? L’arte di farsi guidare, per essere buoni compagni di viaggio. Così rivivendo l’esperienza dei discepoli di Emmaus, vogliamo sentirci comunità in cammino che ha come punto di riferimento il Signore e poi come compagni di viaggio saper camminare al passo dell’altro, condividendo la gioia e anche qualche momento di fatica.

Preghiamo perché non manchino mai operai per la messe e non stanchiamoci mai di testimoniare con gioia quanto è bello seguire e amare il Signore!