L’incontro vocazionale del 17 novembre 2013

I°-incontro-vocazionale-17-novembre-2013-01.jpgL’incontro che si è svolto il 17 novembre presso, presso la cappella del seminario è stato fermamente voluto dal vescovo per aiutare i giovani a scoprire la vocazione alla vita di consacrazione. I numerosi  giovani che hanno partecipato a questo primo incontro, si sono subito espressi sulla validità del tema  trattato.  Il nostro pastore ha  comunicato che il 22 dicembre 2013 ci sarà il secondo incontro alle ore 16:00.

 

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Di seguito il testo integrale della riflessione del nostro Vescovo sul tema della vocazione, trattato durante l’incontro:

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Dal Vangelo di Matteo 9, 9-13
In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

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MEDITAZIONE DELL’ARCIVESCOVO

Questi nostri incontri sono un’ occasione per imparare a discernere i germi di vocazione che noi abbiamo. Come già posso vedere, c’è gente che ha degli orientamenti ben precisi, i sacerdoti che sono già orientati, anche se per noi tutto accade ogni giorno, ogni giorno si rinnova il nostro sì, ogni giorno si rinnova la nostra adesione. Per iniziare a partecipare a questi incontri vale la pena avere un età che va dai 15 anni in su.
All’inizio del nostro cammino, cominciamo proprio con delle indicazione di alcuni criteri che vi possono aiutare: il vescovo come alcuni sacerdoti non dicono cosa fare o non fare, di andare in seminario, o di andare in convento; il vescovo e i sacerdoti o le suore o le persone adulte nel cammino della vocazione suggeriscono i criteri per cui ognuno può essere aiutato nella scelta; quello che noi oggi facciamo è indicare dei criteri che ci aiutino a percorrere un cammino che è personale, per arrivare ad una scelta che impegna tutta la vita.
La parola Vocazione riguarda qualcosa di universale, riguarda tutti quanti, la vocazione è la risposta al Signore, al Mistero che ci chiama. La vocazione è il rapporto personale con Cristo, per cui vale sia per la vocazione al matrimonio come per la vocazione, nel senso stretto del temine, al sacerdozio, alla vita consacrata, cioè alla donazione al Signore, per tutta la vita. C’è un senso generale non generico della vocazione che riguarda tutti quanti; perciò, l’aspetto fondamentale della vocazione è proprio questa chiamata che il Signore ci fa, come ha fatto a Matteo.
Il Signore lo chiama, come si vede nel quadro del Caravaggio, si dirige proprio a lui attraverso una luce che entra e illumina la casa, il luogo dove era seduto come gabelliere. Questa chiamata è una luce sulla vita. La vocazione è una luce sulla nostra vita, illumina la nostra umanità, illumina la nostra persona, è quindi il rapporto con Cristo che segue al rapporto con cui Cristo ci chiama e ci sceglie. Noi qui, parleremo in particolare, del suo aspetto più specifico, e cioè seguire il Signore, nella forma di vita che fu propria del Signore, che la Chiesa ha chiamato “Verginità”. La vocazione cristiana, in senso ampio, è la chiamata alla santità, e ci è data con il santo battesimo, che è il dono più importante che abbiamo ricevuto.
Le forme di vita vocazionale si esprimono in quella matrimoniale e in quella di consacrazione.
Venendo al Vangelo che abbiamo ascoltato, il testo dice che Gesù vide un uomo seduto al banco delle imposte; è l’inizio della vocazione: è Gesù che vede, che ci guarda, che ci incontra , che ci chiama. All’inizio c’è lo sguardo Suo sulla nostra vita, è Lui che dice a Matteo “ Seguimi”, “ vieni con me”. Quindi, possiamo dire che la vocazione ci è data . Qualcuno ci ha chiamato, non ce la sogniamo noi, non è una nostra immagine. Si può partire da un’immagine, ad esempio: uno vede il sacerdote che si dà da fare con entusiasmo per la vita della parrocchia, un altro vede il missionario che viene e racconta delle missioni, ma tutto deve convergere a Cristo. In quest’ultimo periodo mi sono recato in Guatemala, immagini che mi porto impresse nel cuore, dove con il nostro don Luigi Pellegrino ho potuto notare che per andare a trovare delle comunità, ci si impiega un’ora e mezza di strada di montagna e un lungo percorso dissestato, e quando piove è necessario camminare nel fango come abbiamo fatto noi, per arrivare alla cappella dove trovai gente del posto, indigeni discendenti diretti dei Maya che hanno vissuto con noi una bella liturgia, li ho visti come testimoni nascosti del Vangelo.
Sono i tanti testimoni che ci provocano, come ad esempio, madre Teresa di Calcutta, le suore di clausura, dei laici dedicati al Signore nella esperienza del lavoro quotidiano; ma dobbiamo dire che noi non seguiamo una nostra immagine ma dobbiamo ascoltare quello che il Signore ci dice , perché la vocazione ci è data dal Signore.
La vocazione ci è data dal Signore perché è Lui che ha su ciascuno di noi un disegno buono, un disegno che permette la forma più piena di realizzazione della nostra vita. La vocazione è la modalità in cui uno può realizzarsi pienamente, perciò tutta la nostra attenzione deve essere nello scoprire quello che il Signore vuole per noi e non quello che io voglio fare. Questo scoprire quale è il piano di Dio su di noi, cioè il Suo progetto è l’aspetto fondamentale di questo incontro. Il Signore vide un uomo e lo chiamò e gli disse SEGUIMI.
Per ciascuno di noi il Signore ha un piano, ha una vocazione, una chiamata per arrivare alla realizzazione piena della nostra vita, siamo chiamati per poterci realizzare davvero, è questo il compito che abbiamo soprattutto negli anni decisivi della gioventù, scoprire così attraverso i “segni”, quello che il Signore vuole da noi. Quindi questo atteggiamento, non è altro che la premessa di tutto ciò che questa sera vi dirò. Come si chiama l’atteggiamento fondamentale per scoprire la vocazione?
Si chiama DISPONIBILITÀ, disponibili non al nostro progetto (io voglio essere prete, io voglio sposarmi, io voglio questo, io voglio quell’altro) ma essere disponibili a quello che è il piano buono che il Signore ha sulla nostra vita, è questo il punto di partenza, proprio come ha detto la Madonna:
“Si faccia di me secondo la tua parola”.
Prima del problema della forma della vocazione sta la disponibilità alla volontà di Dio. Chi è disponibile, è libero come lo è stata Maria!
Essere disponibili a quello che Tu vuoi da me, e sicuramente quello che Tu vuoi è un disegno infinito di bene, un disegno infinito di vita, perciò è proprio questo il primo passo per realizzare quella parola del Vangelo di Matteo 16,25 quando il Signore dice: “Chi vuole salvare la propria vita la perderà, chi perde la sua vita per me la salverà”. SALVARE la vita significa essere attaccati al proprio progetto, attaccati al proprio piano (voglio questo, voglio quello), invece chi PERDE la sua vita significa essere disponibili a servire il Signore, essere disponibili al Suo piano, sia nella vita matrimoniale sia nella vita consacrata, senza preoccupazioni (io voglio una cosa,voglio l’altra) è chiaro, dirò dopo, che il desiderio e l’inclinazione entrano nella scelta della vocazione ma all’inizio è un atto di disponibilità, è un “Vieni e vedi, Vieni e Seguimi”. A Matteo Gesù non ha detto lascia tutto, abbandona tutto quello che facevi prima. È andato, è stato in casa sua, e si è seduto a mensa con lui, così Gesù ha fatto con Matteo, con Zaccheo. La casa è segno di intimità, è il luogo dell’incontro. Come dice Papa Francesco: “tutto parte da un incontro”.
Da questo incontro nasce un progetto con un Altro, la mia vita non è questa o quella, ma essa diviene relazione con lui; il Signore chiama proprio me, è da qui che scaturisce una festa. Se state qui il Signore in una maniera, o nell’altra vi ha CHIAMATI, vi ha SCELTI, potete aver già dato il passo sicuro entrando in seminario, potete aver cominciato già, potete aver sentito solo la curiosità, potete essere reduci da un fidanzamento sballato, potete essere “incagliati” (come si dice in Brasile), oppure
arenati” ecc.. quello che volete, però se stasera siete venuti è proprio perché il Signore vi ha fatto sentire il desiderio di capirci meglio e quindi, qual è la cosa importante? Io ti chiamo, io ti guardo, questa è la VOCAZIONE del Signore, “VIENI CON ME” e non aver paura di niente, senza il timore di perdere la vita, ma nella gioia di stare con Lui, tanto che a Matteo sono andati i suoi compagni, i suoi colleghi di maleaffare e il Signore li ha accolti, li ha perdonati come ci dice Papa Francesco “il Signore ci guarda, il Signore non si stanca di perdonarci, anzi siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono e ci distraiamo”.Questo è il PRIMO ASPETTO. Chi decide del nostro cammino è proprio Cristo, è Lui che ti chiama, è Lui che ti dà, è Lui che ti offre i segni per camminare con gioia insieme a lui.

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LETTERA DI UNA RAGAZZA

Finito il liceo inizia per me l’università (questo è il periodo in cui ci si prepara all’università oppure al lavoro, quindi è il tempo in cui le cose si mettono a fuoco, e può durare un pò più a lungo) in un’altra città lontana dalla famiglia sento già aria di cambiamenti. Mi trovo in un corso con una mia amica e un ragazzo. Lui all’inizio non mi andava particolarmente a genio era un tipo misterioso, intelligente, acuto, molto bello,un po’ trasandato. Dopo un anno di studi insieme io mi accorgo che anche a me sta succedendo quello di cui tutti parlano: mi sto innamorando, così prendo coraggio e una sera glielo dico, lui però mi risponde con una frase che al momento ancora non ho capito: “tu sei la donna della mia vita ma non sei nei miei programmi”. Da quel momento cambia tutto.
Avevo seguito la vita nella comunità e questo mi aveva sempre affascinato, ora iniziavo a vivere due vite parallele: una con lui e una con la realtà. Fin da subito gli amici mi hanno messo in guardia su quel modo di stare insieme, mi chiedevano se mi corrispondeva veramente e io dicevo ovviamente si. Il tempo passava, ma nulla cambiava, anzi a dire la verità io dentro stavo impazzendo, lui non rispondeva al mio bisogno di essere voluta bene e non gli interessava quello che muoveva me e che mi faceva essere viva.
Dopo due anni di limbo (questi sono i segni, vedi che percorri una strada, e in quella strada ad un certo punto è caduta una valanga significa che da quella strada non puoi andare più avanti, devi girare, devi prendere un’altra strada. Io voglio quel tizio, io voglio quella tizia, ma se quello si è messo con un’altra mettiti l’anima in pace), decidemmo di metterci insieme, ricordo di aver pensato: “ora tutto cambierà, tutto sarà perfetto”. Avevo desiderato quel momento da sempre e ora era successo e mi sembrava di volare! Ma non ero serena dentro lo sentivo c’era qualcosa che non mi convinceva, con i miei amici il rapporto si era incattivito, non sopportavo che tutti mi dicessero che stavo sbagliando, che così non andava bene, ma cosa volevano? Mi sentivo giudicata; questa irrequietezza non mi dava pace così ho iniziato a chiedere alla Madonna la luce, di chiarire a me cosa dovevo fare, perché desideravo così tanto una cosa che mi faceva però stare male? A furia di chiedere Dio mi ha risposto, posso dire con un assoluta certezza: che ha preso LUI l’iniziativa sulla mia vita.
Offrendomi un caffè questo ragazzo mi dice: è da tre giorni che esco con un’altra, mi sono innamorato, lei è come te ma è perfetta. Buio totale, un colpo al cuore . . . ero senza fiato, senza parole. quel ragazzo molto più di prima perché ora il mio amore è gratuito.
Sto imparando ad amare il progetto del Signore che ha su di me, perché quando gli dico di SI, dico di SI al Signore, stupisco di quanto opera in me e attorno a me.
Per me la VOCAZIONE è rispondere a quello che Dio mi pone di fronte tutti i giorni, rispondere a Lui e rispondere alla domanda: Signore fammi felice.
Credo che questa sia la vocazione, la forma che assumerà la lascio a Dio dimostrarmela ciò che voglio per me è la posizione della Madonna aperta e disponibile ad accogliere il volere di Gesù, vivendo intensamente la realtà.

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Il percorso ci conduce a questa DISPONIBILITÀ, proprio dinanzi al piano di un Altro, al piano del Signore. È necessario però EDUCARSI alla disponibilità, e la forma a cui ci si può educare è sostanzialmente la Preghiera; due sono le preghiere più significative per questo cammino: il Padre Nostro: quando pronunciamo le parole “Sia fatta la tua volontà”, ci affidiamo al piano di un Altro, come ha fatto lo stesso Gesù sulla croce. La disponibilità è l’affidarsi nella preghiera, che deve essere fatta veramente con il cuore e non in maniera frettolosa.
L’altra è l’Angelus: “Mi accada secondo la tua Parola”, così stando attenti ai segni, chiedendo e pregando, ci si educa alla disponibilità.
Questa educazione alla disponibilità, AIUTA proprio a scoprire il valore della vocazione, la vocazione quindi nel senso stretto, nel senso più vero, è quando diciamo al Signore: “FAI DI ME TUTTO QUELLO CHE TU VUOI”. A questo punto vi leggo un canto di una grande santa che ha vissuto la vocazione, santa Teresa d’Avila che dice: “Vuestra Soy, para vos nacì” cioè sono tua Signore. Anche noi siamo di Cristo, siamo del Signore.
Il primo punto che comporta l’educazione alla disponibilità è l’ASCOLTO e il SILENZIO. Dobbiamo avere un tempo di silenzio, per cominciare questo cammino, occorre trovare il tempo 5/10 minuti da dedicare al silenzio e alla preghiera ogni giorno, proprio per questo fatto specifico della vocazione, un tempo di ascolto (recitando il rosario, ecc..) che ovviamente non deve diventare una cosa meccanica, ma è lo stare dinanzi alla Presenza del Signore; ascoltare così la presenza del Signore, è qui che il cammino di VERIFICA (rendere vero), mettersi in maniera disponibile a scoprire la volontà del Signore, dedicarsi totalmente a Lui (sono Tuo Signore, sono Tua). Questa proposta ha quindi nella disponibilità il suo punto d’inizio, quello fondamentale.

Come faccio a vedere se in me c’è la vocazione?

PRIMO CRITERIO
per scoprire la vocazione: vi è la necessità di rispondere alla domanda: Di che cosa ha più bisogno il mondo di oggi? la Chiesa di oggi? qual è la cosa più urgente, più necessaria? Io mi metto a servizio di quello che è più importante per il mondo, per la società, per la Chiesa.
La cosa più importante qual è?
Il mondo di oggi ha bisogno di qualcuno che dia Testimo nianza a Cristo, testimoniare la Sua Presenza, essere testimoni del Suo Amore, del Suo essere presente nel mondo. Chi sta dando più speranza al mondo non sono i grandi della terra, i capi delle nazioni, ma è Papa France sco che ci parla della misericordia del Signore. Quindi Cristo, presente nel mondo, Cristo presente nella vita quotidiana, Cristo presente nella realtà, Cristo presente nella tua scuola, nella tua università , nel tuo lavoro, nei tuoi rapporti con gli amici, nello studio, nell’arte, nella musica, insomma in tutto ciò che esiste. Vedi se questa testimo nianza a Cristo non ti fa più felice!
Questa Presenza è dentro i nostri affetti; Cristo trasforma la mia vita e la rende più bella, più vera, Qualcuno che ti permette la realizzazione piena della vita al di là di quello che tu immagini e hai nella testa. Il primo criterio è la testimonianza a Cristo con la nostra vita; se in me questo desiderio si accende, allora è già un segno; Testimoniare con la propria vita non significa essere già perfetti ma avere l’ardore che questo accada attraverso la mia persona, attraverso quello che sono io, quello che io vivo con semplicità e naturalezza.

Mi ricordo, una volta quando stavo in America Latina, stavo andando via dalla Repubblica Domenicana e tornavo in Brasile, ma ci fu uno sciopero e andammo via a Maiami. Mentre ero in aereo, si sedette vicino a me una mulatta che cominciò a parlare, e a porre domande ( dove vai, cosa fai, quando scendi a Miami.. ecc.). Mi domandai allora: Cosa vorrà il Signore da me in questo momento? Vivo la presenza del Signore anche in questo momento? Per togliere ogni equivoco gli dissi subito che andavo a dormire nella Chiesa cattolica di Maiami. Allora lei mi domanda, Come mai? E io rispondo che è lì che sono sacerdote, proprio nella Chiesa Cattolica. Lo dico con semplicità, con naturalezza, con il cuore pieno di ardore. E cosi, con stupore della mia vicina, le cose si chiariscono.

SECONDO CRITERIO
Le circostanze della vita. La circostanza “accade” dentro un’ esperienza, dentro un carisma, dentro una forma, ed è bene che anche nella valutazione di una decisione, tu segua la maniera in cui quella forma ti ha acceso il desiderio (ad es. se il desiderio ti è stato acceso nell’ incontro con un sacerdote, o con una persona consacrata, o con qualcun altro). Questo è un elemento importante per il discernimento.
La testimonianza deve essere comunicata a tutti.
Io dico spesso che occorre “consumare la suola della scar pe”, cioè, non dobbiamo tenere la vocazione per noi, ma siamo chiamati a dare testimonianza del nostro incontro con il Signore in mezzo alla gente, nel mondo.
Il secondo criterio è costituito dalle circostanze attraverso le quali uno è chiamato nella situazione in cui uno si trova.
Se ha dei genitori anziani ed ammalati e non ha dei fratelli e/o sorelle, non potrà fare il monaco o l’eremita o andare in Oceania. Deve essere vicino ai suoi. Deve fare qualcosa che lo rende capace di aiutare i suoi vecchi genitori.

TERZO CRITERIO
è il discernimento delle circostanze, che possiamo definire la libertà dello Spirito.
Il Signore ci illumina e si serve anche delle nostre inclina zioni, di quello che abbiamo nel cuore, anzi , ci aiuta a scoprire quanto abbiamo nel cuore e ad ascoltare le nostre inclinazioni per guidarci sul nostro cammino.
Nel cuore ti capita di sentire varie cose, e come si fa a capire quello che il Signore ci dice?
Io vi consiglio di aspettare un po’ di pregaci su, è necessario ascoltare anche le inclinazioni. E’ importante trovare una guida spirituale che permette di saper leggere i doni di Dio.
Sei stato toccato dalla testimonianza di quel sacerdote? di quell’ insegnante? Ti accorgi improvvisamente che ritorna un’immagine?

Bene, è proprio il Signore che ti fa recuperare quella immagine, quella è importante PER TE.
E’ il Signore che valorizza le tue inclinazioni, i tuoi talenti per orientarli al grande compito di rendere testimonianza a Gesù.
Lo Spirito ci indica un cammino specifico proprio per testimoniare.

Il prossimo incontro che faremo sarà dedicato proprio a questo, dopo aver ripreso la mia meditazione, con la possibilità di porre domande, in modo che il Vescovo possa dialogare con voi e rispondervi. Il punto fondamentale rimane quello della testimonianza tra la gente. Tenete presente la necessità fondamentale di partecipare alla Santa Messa, non dico tutti i giorni ma oltre la domenica; sarebbe utilissimo anche che riusciate a partecipare almeno due giorni alla settimana, proprio per stare dinanzi al mistero di Dio che vi aiuta a capire.

Ci sono altri punti importanti che approfondiremo al prossimo incontro.
In questa esperienza di oggi e nei successivi incontri, noi ci giochiamo la partita della nostra vita, si sta decidendo cosa deve accadere nel nostro presente e nel nostro futuro.
Stiamo parlando di cose grandi, perciò è importante quell’ atteggiamento che abbiamo sottolineato all’inizio: non ti preoccupare dei tuoi piani, affidati al piano del Signore, consegnati con libertà e fiducia a quello che il Signore vuole per te.

Se il Signore ti ha fatto intravedere un cammino, comincia a seguirlo, con serietà e con impegno, con attenzione, comincia a seguirlo con fedeltà.
Non ondeggiare da una parte all’ altra ma dì al Signore: “Ti seguo con attenzione, con libertà ,giorno dopo giorno”, e tu , poi, verifica se questo dire di SI al Signore è motivo di crescita. Per questo, cominciamo a pregare con il cuore, continuiamo a chiedere questo aiuto al Signore, qui si decide della nostra vita, è come una partita in attacco e l’ attacco si fa di fronte al Signore col desiderio di scoprire e di affidarsi al Suo piano.
Come si sarà sentito Matteo dopo l’ incontro con Gesù? Avrà pensato “Io ero un pubblicano, un dannato ma Lui mi ha guidato e mi ha chiamato”.Tutti noi siamo come Matteo e soprattutto come Maria; Maria ha detto il suo “SI” ecco perché Lei ci aiuta in questo cammino.
Rivolgiamo quindi lo sguardo a Maria e invochiamo lo Spirito di Dio, perché queste cose con il semplice ragionare e sentire umano non si capiscono. Diciamo “Vieni Spirito Santo”, perché lo Spirito ci guidi con libertà e con gioia, per scoprire la vocazione che il Signore ci ha preparato.

Vi abbraccio e vi benedico
don Filippo

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IMPEGNO PER IL PERIODO DI AVVENTO

Ogni gruppo giovanile dovrà soffermarsi su questa riflessione e subito dopo, inviarci per iscritto le riflessioni scaturite. Eventuali domande “sul tema” potranno essere oggetto di riflessione al prossimo incontro diocesano che si terrà in data suddetta. Le riflessioni dovranno giungere entro il 15 dicembre presso l’indirizzo email della pastorale giovanile diocesana: giovani@taranto.chiesacattolica.it

Don Francesco Maranò
Don Giovanni Chiloiro

Per informazioni rivolgersi a:
don Giovanni Chiloiro 3383224571 (ufficio vocazionale)
don Francesco Maranò 3409705114 (servizio per la pastorale giovanile)